Pouteria caimito
Conosciuto come avyu o abio, è un albero della famiglia delle Sapotaceae. Il nome scientifico è Pouteria caimito (Ruiz & Pav.) Radkl. Gli alberi selvatici presentano dimensioni notevoli, andando dai 15 ai 40 m di altezza e tronco sino a 50 cm di diametro. In coltivazione assume dimensioni più contenute, dai 4 sino ai 15 metri di altezza.
Si pensa che sia stato domesticato in un’area che comprende le zone circostanti ai fiumi Napo, Caquetá e Putumayo circa 10000 anni fa. La coltivazione da parte delle popolazioni precolombiane ha espanso il suo areale sino a tutte le parti pianeggianti del sud America con almeno 1020 mm di precipitazione annua e temperature medie annuali superiori a 20 °C. Rispetto alle piante selvatiche, le piante coltivate fanno frutti più grandi (sino venti volte il peso!) e con meno latice.
I semi non si possono conservare, perciò devono essere piantati immediatamente dopo la estrazione dai frutti. La semina avviene in luoghi ombrosi e umidi in terreni drenati con elevata quantità di sostanza organica. Sono necessari 5-6 anni per la piena entrata in produzione. L’albero fruttifica sporadicamente tutto l’anno ma la maggior parte del raccolto si effettua nella stagione delle piogge.
Tradizionalmente le popolazioni kichwa coltivano l’abiu all’interno delle chakras (i sistemi agroforestali ancestrali) ed ai bordi dei sentieri, in policoltura con altre specie. Esistono due forme: la forma da legno e la forma da frutta. Gli abiu da legno sono più alti, mentre quelli da frutto sono più bassi perché sono potati. La raccolta viene fatta smuovendo i rami con pezzi di legno.
È una specie multiuso.
Dal punto di vista forestale possiede un legno duro, pesante, di media durabilità e di moderata resistenza ai parassiti. Per queste ragioni è utilizzato per costruire le case, manufatti e manici degli attrezzi.
Dal punto di vista alimentare, la parte interna del frutto maturo è commestibile e possiede una consistenza soffice e viscosa, dal sapore molto gradevole, secondo alcuni simile al caramello. Durante il consumo, per evitare fastidi dovuti al latice, le popolazioni native ricoprono le labbra con sostanze grasse. Solitamente viene mangiato fresco, ma si usa anche per succhi, marmellate e dolci. Anche i semi sono consumati.
Dal punto di vista medicinale le foglie vengono usate per le infezioni cutanee e gli ascessi, avendo un’azione antibatterica ed antimicotica. Il latice delle foglie viene invece usato per alleviare il dolore alle orecchie e rimuovere l’eccesso di cerume. Infine, i frutti vengono utilizzati per aiutare le donne coi problemi del parto.
USI: coltivato a scopo alimentare e utilizzato per un consumo diretto, ma anche per elaborazione di bevande e marmellate. Nelle comunità kichwa amazzoniche viene spesso commercializzato a livello locale.
DISTRIBUZIONE E HABITAT: il suo areale si estende in tutta la zona tropicale del Sudamerica fino al Costa Rica, dal livello del mare fino ai 1700 m.